1) 70 giorni di totale chiusura delle attività e finalmente il 20 Maggio si è tornati ad allenarsi.
Come hai vissuto questa giornata con i tuoi collaboratori e con i vostri atleti?
C’era molta attesa per questo giorno, non sapevo se era più forte l’emozione di poter riprendere o l’ansia di fare di far rispettare il protocollo di sicurezza.
2) La ripartenza delle attività è stata complessa e piena di difficoltà.
La società pensi abbia fatto il necessario per poter garantire sicurezza al vostro lavoro e ai ragazzi che praticano sport presso le nostre strutture?
Assolutamente nessuna difficoltà.
Il vantaggio della ripresa è stato dettato dal fatto che gli allenamenti si svolgono in piscina all’aperto.
Le misure dettate dalla Fondazione Bentegodi sono molto scrupolose, ha messo al primo posto la salute di tutti noi, tecnico e atleti
3) Dopo alcuni giorni di allenamenti come hai trovato i tuoi ragazzi?
Non è mai successo uno stop così lungo fuori dall’acqua.
Nonostante a casa si siano mantenuti in forma gli allenamenti a secco, quello che manca più, ed è stato sofferto per questo sport, è la sensibilità in acqua, era come se nuotassero nell’olio.
4) In questo panorama di incertezza globale come stai stimolando i tuoi atleti ed in particolare che obbiettivi proponi per questa fase?
Questo inizio così anomalo ha portato tutti al punto zero.
Per noi la stagione agonistica inizia da qui.
Inizieremo un programma di lavoro basato sulla tecnica e la ripresa della condizione.
Nel clou dell’estate diversamente dagli anni passati avranno allenamenti meno qualitativi, e verranno stimolati con delle prove tempi per vedere lo stato di forma in quel preciso momento.
5) Le competizioni sportive, addirittura quelle più importanti sono state tutte annullate o rinvaiate.
Quando a tuo parere si potrà ripartire?
Secondo me le competizioni ripartiranno ad ottobre, tutto sta nel vedere se in questi mesi l’emergenza sanitaria sarà rientrata.
6) Come vedi il futuro prossimo delle società sportive?
Tutte queste limitazioni e regole come potranno essere gestite in sicurezza senza penalizzare la qualità del servizio?
Fare sport in questo modo porta un ulteriore stress ai tecnici e atleti.
Tutte le società faranno in modo di garantire i servizi proposti nel migliore dei modi, perché il mondo dello sport non si abbatte, continuerà a lottare con la speranza di tornare alla normalità il prima possibile.
7) Cosa ti sentiresti di dire ad un genitore che è perplesso nella scelta di far riprendere le attivitò sportive ai propri figli?
Penso che lo sport sia la miglior arma per superare questo difficile momento.
Con le dovute precauzioni possono fare tutto ciò che facevano prima senza tralasciare il divertimento e il piacere di fare fatica.
8) Tra le tante cose negative di questo periodo a tuo parere questa pandemia può lasciare anche qualche insegnamento positivo?
Certamente ha insegnato a tutti qualcosa.
Durante la quarantena, ho ricevuto un paio di messaggi da atleti che a suo tempo erano indecisi se smettere a fine stagione.
Dopo questo stop forzato hanno capito che non potevano farne a meno di stare lontano dall’acqua.
9) Pensi che nelle prossime settimane sarà possibile far tornare ad allenarsi gruppi più numerosi di quelli attuali?
Penso di sì.
10) Una tua speranza e un tuo messaggio per i nostri atleti?
Se rispettiamo le regole possiamo tornare il prima possibile alla normalità.
Quando ci arriveremo sarà come aver raggiunto uno di quegli obiettivi che ognuno si prefigge ad inizio stagione.
Non sarà più il traguardo singolo ma avrà un gusto così speciale di averlo fatto con tutta la squadra.
Emiliano Brembilla